Presentazione di: Massimo Cacciari
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Per il futuro di San Leucio è necessario partire, io credo, dalla riconsiderazione delle idee e dei progetti presentati, ormai sei anni or sono, alla Mostra Internazionale tenutasi alla Reggia e coordinata da Gregotti. Ne venne fuori con chiarezza che San Leucio è parte integrante di un complesso urbanistico-monumentale, il cui disegno si è andato disperdendo e deteriorando, tanto da renderlo attualmente quasi illeggibile. Il primo passo consiste, quindi, nel “restaurare” non tanto questo o quello edificio, quanto l’intero territorio, di cui San Leucio rappresenta una delle più significative emergenze. Qualche timido passo in questa direzione è stato compiuto (o sarebbe meglio dire: “pensato”), ma le opzioni fondamentali da svolgere incontrano difficoltà di ogni genere, probabilmente insuperabili, dato il carattere confuso, indifferenziato degli interventi che ancora si susseguono. I “nessi” tra Belvedere, San Leucio, la Reggia, gli stessi insediamenti sulla piana (il casino di Carditello), da un lato, e gli Archi della Valle, dall’altro, sono tutti sostanzialmente o alterati o interrotti o inesistenti. E’ essenziale comprendere, invece, che si tratta di un unico complesso e che risulterà impossibile valorizzare adeguatamente singole parti “astratte” dal loro sistema. Alla mostra prima citata, tutti gli architetti, con progetti di rilievo, hanno affrontato il problema, anche se dando ad esso soluzioni molto diverse, o addirittura opposte, come quella di Krier e di Venezia. In sede di ripresa “in grande” dello sforzo progettuale per quest’area, i nodi da sciogliere mi sembrano, molto schematicamente, i seguenti:
Massimo Cacciari, 1990 dall'introduzione alla riedizione dello Statuto di S. Leucio 1789 - 1989 |