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NELLA RARA CORNICE
DI UN’ARCHITETTURA BORBONICA
S. LEUCIO
PER VOLONTA’ DI FERDINANDO IV
ESPERTA NELL’ARTE DELLA SETA
VEDE I SUOI FIGLI VESTIRE IN CORTEO
DAMASCHI LAMPASSI E BROCCATI
ABILMENTE TESSUTI
MENTRE SI DANNO CONVEGNO
I PROVETTI ARTIGIANI
E GLI IMPRENDITORI SERICI
PER RIEVOCARE IL SINGOLARE ORDINAMENTO SOCIALE
DELLA VAGHEGGIATA FERDINANDOPOLI
ACCOGLIENDO I NUMEROSI TURISTI
COL MAGGIORE SENSO DI CORDIALE OSPITALITA’
S’APRANO I CANCELLI
FEDELI CUSTODI DI LEGGI ILLUMINATE
ED ARCANI SEGRETI DEL TESSERE
MENTRE IL RE
SI CONFONDE TRA LA SUA GENTE
AGLI ESTERI
QUEST’OGGI E’ DATO
DI ENTRARE LIBERAMENTE
NEL GELOSO RECINTO DEI SETAIOLI
E SENTIRSI ABITATORI
DELLA GLORIOSA FERDINANDOPOLI
CHE TUTTI DICONO
LA CITTA’ IDEALE
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Lo schieramento

Il Gonfalone

Il Re e la Regina

I Seniori

L'Amministratore

L'arch. Francesco Collecini

Il Codice delle Leggi

La Real Fabbrica

La Coperta

I Musici

Bambino

Bambina

Il Corteo Storico

Presentato per la prima volta nel 1976, è la presentazione all’attuale mondo esterno di una realtà passata, unica nel suo genere, che narra se stessa. Porta a conoscenza la condizione sociale e paternalistica del Sovrano, le leggi precorritrici dei tempi e, allo stesso modo, mostra la sua preziosa fonte di vita e di esistenza dal settecento ad oggi: la seta, testimonianza della vitalità di una tradizione.
La sfilata in costume si articola in sequenze di quadri o gruppi di figuranti in costume che si snodano lungo il percorso immersi in una atmosfera circondata da musiche del settecento. I quadri sono una rappresentazione visiva di tutte le componenti della realtà storico-sociale della Colonia Ferdinandea.
La partenza ha luogo dal Belvedere (Atrio Superiore Parrocchia) dove vengono disposti tutti i figuranti. Si avvia per via del Setificio, via Vaccheria, via Planelli Antonio portandosi in piazza della seta; quindi risale via Planelli e si chiude di nuovo nel Belvedere.
Si ricorda per l’occasione, un lavoro teatrale che i giovani della comunità, nel 1980, vollero rappresentare dinanzi al Belvedere, dal titolo Una giornata a San Leucio nell’anno di grazia 1789. Il tema centrale del lavoro parte da una giornata come le altre in cui gli abitanti del luogo si svegliano da un profondo sonno come per sortilegio e la vita ricomincia, come se si fosse in quel lontano anno della fondazione del sito. Gli spazi sono gli stessi, i tessitori azionano simbolicamente antiche ruote, vecchi telai, intrecciano dedali di fili di seta, sotto lo sguardo di Ferdinando che impartisce provvidi comandi: tutto ritorna in vita.
Essendo voi dunque tutti artisti, la legge che io vi impongo è quella di una perfetta uguaglianza. So che ogni uomo è portato a distinguersi dagli altri e che questa uguaglianza sembra non potersi sperare in tempi così contrari alla semplicità ed alla natura. Ma so pure che vana e dannevole è quella distinzione che procede dal lusso e dal fasto e che la vera distinzione sia quella che deriva dal merito. La virtù e l'eccellenza nell'arte che si esercita debbono essere la caratteristica dell'onore e della singolarità, e questa qual debba esser tra voi sarà quì sotto prescritta. Nessuno di voi pertanto, sia uomo, sia donna, presuma mai pretendere a contrassegni di distinzione se non ha esemplarità di costume ed eccellenza di mestiere. A quest'oggetto per evitar la gara del lusso ed il dispendio in questo ramo quanto inutile, altrettanto dannoso, comando che il vestire sia uguale in tutti, che estrema sia la nettezza e la pulizia sopra le vostre persone. Di voi nessuno ancora ardirà mai chiamarsi col don essendo questo un distintivo dovuto soltanto a ministri del santuario in segno di rispetto e di venerazione.
Questa norma e queste leggi, da osservarsi dagli abitanti di San Leucio che da ora innanzi considerarsi debbono come una medesima famiglia, son quelle che io quì propongo e distendo più in forma d'istruzione di un padre ai suoi figli che comandi di un legislatore ai suoi sudditi.
Questa è la legge che io vi do per la buona condotta di vostra vita. Osservatela e sarete felici!

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