DEDICA al platano di piazza della Seta
Come mi piacerebbe, invece, conoscere una persona così sensibile che ha voluto esprimere la sua educata protesta verso qualche idiota che a suo tempo ci governava (ma cosa è cambiato oggi?). Non so perché ma, pur non conoscendolo, le sue parole mi trasmettono l’amarezza di tante persone che hanno dovuto lasciare il loro amato paese per andare a tentare la fortuna verso il nord, cosa che accadeva nell’immediato dopoguerra quando tante piccole fabbrichette sono state costrette a chiudere poichè l’industria della seta attraversava un periodo di seria crisi. Oggi, invece, sono le grandi fabbriche che hanno chiuso le porte in faccia a tanti operai artisti della seta del circondario leuciano. Cosa è cambiato? Io non conosco questa persona che poeta non è ma, come diceva Faber, “l’importante è avere il coraggio di scrivere” e lui ha scritto bene. Donato Scialla, 24 luglio 2008 Questa poesia ci è stata inviata da un nostro compaesano (che vuole rimanere anonimo) emigrato al nord tanti anni fa. Essa è dedicata al “Platano” che da oltre 2 secoli vive, offrendo la sua ombra, a piazza della Seta a S. Leucio. Questo platano, è bene ricordarlo, è uno degli ultimi esemplari (un altro vive a Sala) di quelli piantati dai borboni nel ‘700 lungo alcune strade dell’attuale comune di Caserta. Molti di questi esemplari erano riusciti a resistere al tempo ed alle guerre, ed offrivano fino a qualche anno fa, uno spettacolo meraviglioso lungo il viale Carlo III a Caserta e la via Nazionale Sannitica tra S. Leucio e Sala. Purtroppo una decisione “sciagurata” decretò qualche anno fa il loro abbattimento, suscitando non pochi dubbi e perplessità tra la popolazione. Questa poesia vuole essere un appello alla salvaguardia, alla cura ed al rispetto di un organismo vivente, testimone di oltre 2 secoli di storia.
I/I/90 Sezione PCI S.Leucio
DEDICA al platano di piazza della Seta Platano
solitario! dalla linfa della tua terra attinse nutrimento il mio germoglio. Nello spazio del tuo cielo trovò protezione la mia infanzia.
Oggi, nel brusio dei tuoi rami vestiti di seta ondeggia il sussurro delle foglie che al mio cuore si ricordano evocando episodi della mia fanciullezza giocosa, col tempo dissolta negli anni.
In un epoca non lontana dal presente “luminari” della scienza tennero consulto su te e sui platani tuoi gemelli. A termine emisero referto e di voi predissero l’imminente fine. E per rimediare alla precaria vita ai tuoi fratelli propinarono immediata morte.
Tu … proprio tu! Che da decenni sei rimasto a smentire la diagnosi sciagurata; quanto devi amare la vita se la tua longevità a secolare dimora ha eletto il lembo di terra che ospitò le radici alla tua fanciullezza!
Come devi essere innamorato delle stelle se alla tua venerabile età il tuo respiro alita ancora nell’immensità del cielo azzurro!
Amo il tuo perseverare nella vita. Amo la tua solitudine che non si è concessa alla tristezza lasciata dallo sterminio dei tuoi fratelli.
Buon compleanno, patriarca! Buon compleanno, amico mio! |
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