DEDICA al platano di piazza della Seta

Qualche giorno fa, mi è passato tra le mani un foglio dattiloscritto degli anni ’90 diffuso dall’allora sezione del partito comunista di San Leucio. Quella che gli amici della sezione chiamano “poesia” è in realtà una “dedica” come giustamente definisce l’autore che non si è voluto firmare lasciando anonima ai posteri la delicatezza dei suoi pensieri.

Come mi piacerebbe, invece, conoscere una persona così sensibile che ha voluto esprimere la sua educata protesta verso qualche idiota che a suo tempo ci governava (ma cosa è cambiato oggi?).

Non so perché ma, pur non conoscendolo, le sue parole mi trasmettono l’amarezza di tante persone che hanno dovuto lasciare il loro amato paese per andare a tentare la fortuna verso il nord, cosa che accadeva nell’immediato dopoguerra quando tante piccole fabbrichette sono state costrette a chiudere poichè l’industria della seta attraversava un periodo di seria crisi. Oggi, invece, sono le grandi fabbriche che hanno chiuso le porte in faccia a tanti operai artisti della seta del circondario leuciano. Cosa è cambiato?

Io non conosco questa persona che poeta non è ma, come diceva Faber, “l’importante è avere il coraggio di scrivere” e lui ha scritto bene.

Donato Scialla, 24 luglio 2008


Questa poesia ci è stata inviata da un nostro compaesano (che vuole rimanere anonimo) emigrato al nord tanti anni fa.

Essa è dedicata al “Platano” che da oltre 2 secoli vive, offrendo la sua ombra, a piazza della Seta a S. Leucio.

Questo platano, è bene ricordarlo, è uno degli ultimi esemplari (un altro vive a Sala) di quelli piantati dai borboni nel ‘700 lungo alcune strade dell’attuale comune di Caserta.

Molti di questi esemplari erano riusciti a resistere al tempo ed alle guerre, ed offrivano fino a qualche anno fa, uno spettacolo meraviglioso lungo il viale Carlo III a Caserta e la via Nazionale Sannitica tra S. Leucio e Sala.

Purtroppo una decisione “sciagurata” decretò qualche anno fa il loro abbattimento, suscitando non pochi dubbi e perplessità tra la popolazione.

Questa poesia vuole essere un appello alla salvaguardia, alla cura ed al rispetto di un organismo vivente, testimone di oltre 2 secoli di storia.

 

I/I/90                                                                                      Sezione PCI S.Leucio

 

 

DEDICA

al platano di piazza della Seta

Platano solitario!

dalla linfa della tua terra

attinse nutrimento il mio germoglio.

Nello spazio del tuo cielo

trovò protezione la mia infanzia.

 

Oggi, nel brusio dei tuoi rami

vestiti di seta

ondeggia il sussurro delle foglie

che al mio cuore si ricordano

evocando episodi della mia fanciullezza

giocosa, col tempo dissolta negli anni.

 

In un epoca non lontana dal presente

“luminari” della scienza tennero consulto

su te e sui platani tuoi gemelli.

A termine emisero referto

e di voi predissero l’imminente fine.

E per rimediare alla precaria vita

ai tuoi fratelli propinarono immediata morte.

 

Tu … proprio tu! Che da decenni

sei rimasto a smentire la diagnosi sciagurata;

quanto devi amare la vita

se la tua longevità a secolare dimora

ha eletto il lembo di terra

che ospitò le radici alla tua fanciullezza!

 

Come devi essere innamorato delle stelle

se alla tua venerabile età

il tuo respiro alita ancora

nell’immensità del cielo azzurro!

 

Amo il tuo perseverare nella vita.

Amo la tua solitudine

che non si è concessa alla tristezza

lasciata dallo sterminio dei tuoi fratelli.

 

Buon compleanno, patriarca!

Buon compleanno, amico mio!

© sanleucionline 2000