Periodo 1789 - 1799

(l’espansione del decennio 1789-1799 dalla costituzione della Colonia Reale al progetto per la nuova Ferdinandopoli)

Ferdinando IV rivolge le sue mire, nell’intento di privilegiare ulteriormente il centro manifatturiero e la sua popolazione, spingendo il proprio entusiasmo e la propria personale ambizione all’istituzione della Colonia di San Leucio e alla promulgazione di uno speciale Codice delle Leggi.

Così, nel 1789 la manifattura reale si costituisce in una entità autonoma, una sorta di stato nello stato, ed i suoi abitanti sono riuniti in una Comunità regolata e tutelata da un apposito statuto.

Il Codice legislativo introduce incentivi nel rapporto tra l’individuo e il proprio lavoro con l’intento di responsabilizzare gli artigiani stessi verso la loro impresa e così potenziare la qualità e la quantità della produzione. Lo scopo è quello di realizzare a San Leucio un centro sperimentale all’avanguardia “… utile allo stato …” “… tale da poter col tempo servir di modello per altre più grandi …”. Manifesta gli intenti del sovrano con lo specifico fine di risultare anche “… utile alle famiglie, ed utile ad ogni individuo di essa in particolare …”. Nelle indicazioni del codice “… più in forma di istruzione di un padre ai suoi figli, che come comandi di un legislatore ai suoi sudditi …”, sono espressi concetti di valore etico, morale e giuridico che testimoniano la diretta influenza della corrente di pensiero illuminista.

Dall’insieme di queste leggi, il complesso di San Leucio si configura come un centro comunitario fisicamente chiuso verso l’esterno che può legittimamente godere, in quanto Colonia Reale, della protezione giuridica e finanziaria dello Stato e dei privilegi e delle assidue attenzioni personali del re.

La comunità si basa su un ideale di “… perfetta uguaglianza …” sociale tra gli individui: concetto che si riflette in una effettiva parità dei due sessi, nell’uniformità e “… semplicità nel vestire …”, in un assoluto divieto di ogni tipo di manifestazione esteriore “… che procede dal lusso e dal fasto …” e nell’abolizione di qualsiasi forma di distinzione sociale che non fosse quella che “… deriva dal merito, virtù, e eccellenza nell’arte, che si esercita …”. Fin dalla nascita, i giovani leuciani vengono “… ben educati da’ loro Genitori; istruiti in appresso nelle scuole normali …”.

Lo strumento legislativo contiene anche numerose disposizioni che, prevenendo se non addirittura superando i moderni sistemi di pensionamento ed assistenza sanitaria, fanno di San Leucio, per l’epoca, uno degli esperimenti sociali più avanzati d’Italia e d’Europa.

Ferdinando IV intende passare alla storia come un grande riformatore illuminista. A questo scopo, per esempio, viene mantenuto il più grande riserbo sull’identità del reale estensore della costituzione leuciana, il massone Antonio Planelli. Il testo risulta così scritto in prima persona dallo stesso re, anche se è storicamente appurato che egli ne fu soltanto l’iniziale ispiratore ed il parziale coautore.

In seguito il Codice, stampato segretamente nel 1789, viene tradotto in varie lingue con il dichiarato fine di costituire un efficace mezzo di propaganda personale del sovrano.

Nel periodo 1789-1799 avviene l’ampliamento della Filanda del Belvedere (1790-1796), la realizzazione di una Cuculliera per il deposito e la preparazione dei bozzoli in attesa di essere “tratti”, il completamento delle aree verdi e dei quartieri operai, e l’edificazione della Trattoria (1794-1798) al di fuori del recinto della colonia. La realizzazione della cuculliera fa di San Leucio una manifattura serica a ciclo completo, garantendo la compresenza in un medesimo complesso di edifici di tutte le fasi di lavorazione della seta dal trattamento della materia prima fino all’elaborazione del prodotto finale.

Verso la fine del decennio le iniziative assumono una maggiore consistenza in previsione della città di Ferdinandopoli: vengono avviati i lavori alla grande Filanda de’ cipressi (già prima del 1799) e dato inizio alla costruzione dei due corpi di fabbrica a nord est del Belvedere che saranno ultimati soltanto dopo il 1815. L’espansione progettata sarà bruscamente interrotta, già nella sua fase attuativa, dall’invasione delle truppe francesi nel 1799.

 Durante questo periodo, considerato i numerosi tentativi da parte di Ferdinando IV per favorire lo sviluppo e l’espansione della manifattura serica, si ha effettivamente un miglioramento ed un notevole aumento della produzione. Ciò grazie soprattutto all’intelligente opera di un coordinatore capace ed accorto come Domenico Cosmi che indirizza i propri sforzi verso una precisa conduzione amministrativa dell’impresa ed una razionale ripartizione del lavoro. Dall’estero giungono nuovi e sofisticati telai e tecnici specializzati con i quali sono avviate nuove e più raffinate produzioni.

Verso la fine del decennio, tuttavia, la struttura stessa e la concezione della comunità si rivelano inadeguate alle esigenze produttive e alle richieste del mercato e sono all’origine del lento processo involutivo che coinvolge la manifattura.

Le disposizioni contenute nel codice leuciano che privilegia altissime retribuzioni, un orario lavorativo estremamente ridotto per l’epoca ed una parità di trattamento tra le diverse manodopere conducono a costi di produzione eccessivi e rendono troppo onerose ed antieconomiche molte delle produzioni effettuate. Ciò provoca forti disagi e perdite finanziarie che rendono necessari una serie di provvedimenti, economici e penali al fine di evitare una vera e propria crisi del complesso serico che, comunque, riesce a sussistere solo grazie alle foraggiate casse dello Stato.

Già nel 1797 l’amministratore Cosmi deve solennemente richiamare la popolazione leuciana ad una più stretta osservanza delle leggi comunitarie, mentre con sempre maggior frequenza si verifica l’espulsione dalla Colonia di operai colpevoli di gravi infrazioni.

Nel 1798, per fronteggiare la difficile situazione economica, l’azienda è costretta ad istituire un sistema di appalti cedendo in affitto a terzi, sotto particolari condizioni, le operazioni della filatura, della tintura e della tessitura. Soltanto la trattura rimane quindi gestita in proprio.

Prevedendo anche la partecipazione dei coloni in società per la conduzione dell’industria questo sistema di appalti e cottimi accompagnerà la manifattura, con alterne e movimentate vicende, per tutta la durata della sua storia successiva.

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