Un giorno, durante la celebrazione della Beata Assunta, il padre ebbe una visione del Signore che gli preannunciò il destino del figlio: con il nome di Leucio sarebbe diventato vescovo di Brindisi per combattere lidolatria e stabilire la vera fede nella città. Così Leucio, ordinato sacerdote, arciprete e, poi, arcivescovo di Alessandria, cominciò subito ad operare miracoli, a convertire e a battezzare. Lasciò Alessandria con i fedeli Eusebio e Dionisio e con altri 5 discepoli e sbarcò prima ad Otranto e poi a Brindisi dove compì il famoso miracolo della pioggia: perdurando la siccità da due anni, gli fu chiesto di far piovere e, avvenuto il miracolo, nacque la consuetudine di ricorrere a lui per avere la pioggia. Iniziò la sua lunga opera di conversione presso i brindisini e gli altri popoli dellItalia meridionale. Successivamente, fu colpito da pleurite e, prossimo alla morte, si fece sistemare a terra su della cenere e dei rottami di tegole (da qui lusanza di salire sul monte San Leucio per prendere pezzi di tegole e di mattoni della chiesetta eretta in suo onore e applicarli ai malati di febbre di punta). Fu sepolto a Brindisi e, quando la città fu distrutta dalle guerre, i tranesi, devoti al Santo trafugarono la salma, la portarono nella loro città ed edificarono una basilica in suo onore. Poi, Trani cadde in mano ai Saraceni e fu allora che un conte di Benevento offrì danaro agli invasori per avere il sacro corpo. Più tardi, scongiurato il pericolo saraceno, i tranesi richiesero le spoglie ma ne ebbero solo la metà. Anche Brindisi riuscì ad averne una parte.
LArca di S. Teodoro (Brindisi, sec. XIII) La più antica immagine del santo vescovo Leucio risale al XIII secolo ed è raffigurata sullarca che contenne, fino al 1899, le spoglie del martire S. Teodoro dAmasia. Si tratta di una cassa dabete le cui quattro facce verticali sono completamente rivestite da lastre dargento; la frontale e la laterale sinistra sono figurate con rilievi a sbalzo. La parte superiore è chiusa da due grate, una semplice in ferro, laltra dargento cesellata. Le lastre furono, per quel che sembra, schiodate da altri monumenti e adattate sulle facce di questa cassa che, sul lato frontale, da sinistra, presenta le immagini affiancate dei due santi vescovi Leucio e Pelino con pallio, mitra e pastorale, benedicenti alla greca. Sono poi presentati episodi della vita di S. Teodoro ed in varie lastre si ricorda che Teodoro fu condannato alla morte per fame, da cui sarebbe comunque scampato miracolosamente. |
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